È pronta la mia spina per la tua rosa
dove fu rovo t’adagio di carezzarci
s’erge e penetra lo stelo che ti corolla
e tu carne di petalo già mi sussurri
Sguarda il fresco che soffia nudo
spoglia l’afa del cespuglio agostano
s’insinua sulle lingue delle stagioni
e si fa umido del volerci d’amare
E se una goccia traveste la schiusa
e ti ritrae nello svolgerti al raggio
sei già l’ape che beve al tuo nettare
e già vivi del mattino prossimo
francesconigri©2012