Dove il vecchio paluda ti sarei oasi
di litorale affacciato all’immenso
marinata di sale e sole al cielo
in bacio di salmastro ad acqua dolce
Fasciato delle tue dune turgide
dominerei di torre le tue coste
dove l’umido abbevera di linfa
e si specchia il profumo del tuo verde
Da sabbia a scoglio correrei di spuma
sventare i miei canneti al tuo alitarmi
drenarmi delle tue brunate zolle
di quel frutto irto del tuo sale in aria
M’insedierei in te di primo in giovane
di poco forte al tempo ed al domani
farei profonda la tua pelle ambrata
plasmata di carezze di radici
Nella tua macchia il sempreverde in canto
cespuglia di corteccia liscia il leccio
nerva di dritto e duro tra le foglie
della tua gemma tonda e tomentosa
D’arsura scava congiunto alle tue acque
ti ghianda al freddo per inseminarti
riscalda d’ardere quando s’aggela
e t’impora se t’afa del suo legno
Il pino incona i tuoi aghi in fiori rossi
di dorato ispira il ginepro maschio
resina il lentisco e l’aroma d’olio
e miela il cisto dei vistosi raggi
Di mirto abbonda la tua primavera
liquore di tardo che mi balsama
ti veste d’arbusto come il suo timo
e tra le narici desta lo slancio
La scilla bulba sotterranea d’ombra
e abbraccia il fusto di lucente intenso
aglia d’isola il frastagliato e sperde
il continente al raro d’infinito
Non letarga il tasso e scava di tana
la donnola impietra il suo focolare
d’unico cucciola la fiera volpe
e i migratori ritornano al sempre
E se i delfini musicano il salto
il cinerino si fa ala di grande
la garzetta fa nido di nuziale
e gallinella quel che solo bagna
E se tartarugano le ore piene
preda di nido il falco lo stanziale
tutto sa di fuso tra cielo e mare e
t’amerei di guaceto così amata
francesconigri©13.04.2013
Riserva Naturale di Torre Guaceto