E vi auguro il peso della ginestra
di questa terra che ne fa germoglio
frusta a mattino e sera arbusto in pelle e
dei rassegnati infiora lo sfiorire
Profuma del pane il campo infruttato e il
pozzo arido sudato di lacrime
foglia il caduco e lo fiorisce al vento
e il fusto spoglio dora al cielo nudo
Baccella primavera in cuore sempre
d’estate pubescente e generosa
conosce l’ergersi del sacrificio
dei più comuni ed incurati rami
S’avvasa in ogni casa e la decora
odora del campo che di selva ama
radica molteplice linfa in zolla e
sorride al trapianto che non libera
In scarpata il bordo colora e salva
ne consolida lo sdrucciolevole
non disdegna sole e raggi in carezze e
s’adatta di tramonto giorno a notte
Non teme il gelo e non il morso caldo
vela al vento e cespuglio lo governa
e se s’accosta al mare aperto in riva
la sua ruga sala la pioggia scorsa
Il suo profondo basta al poco in voto
anche al sasso ruvido di stagioni
purché non sia pantano nè ristagno e i
petali sanno di seno di madre
Condannata al rumore nel bruciare
passiona e avvocia di respiro orante
talvolta è carta bianca per l’inchiostro e
talvolta sottile incorda l’abito
Vi auguro di sentire la ginestra e il
peso della terra che la germoglia
arbusta in pelle un popolo dell’alba e
di patria fiora il non arato orgoglio
francesconigri©22.04.2013