Libera si crogiola al suo sole ora
e un pò purtroppo dorme del suo mare
le sue cime nutrono l’onda sempre
e un pò se ne sente indenne d’isola
La pelle in seta è quella dei vent’anni
va di venti in venti muore e rinasce
ma scorda il ciao del ritornare in canto
e il suo sorriso si perde nel pizzo
Quanto latte di pascolo in quel pizzo
quanto turgidi i suoi annodati ulivi
i suoi prati profumano di vene
e il suo pulsare s’ode anche nel sonno
Pizzo di sottana di basso in luce
le sue strade lavano di mattino
a sera il forno ne suona fragranza
e un pifferaio ne confonde il sudore
S’incanta del sapore della luna
di poco e semplice come la pasta
è olio che nutre mosto di macina
e un oste ne ruba le sue lacrime
Quel bel ciao i suoi figli lo conoscono
lo conoscono di lontano scoglio
e se la spuma facesse pedale
Libera tornerebbe in bici al riso
Più grande o vecchia forse al suo risveglio
ma la sua pelle è quella dei vent’anni
ha un cuore che muore e poi ti rinasce
in ogni ciao che va di bici in sangue
francesconigri©25.04.2013
Bellissima francesco ! grazie
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grazie a te Mariapia 🙂 un bacio ❤
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