Vergine l’acqua che bacia di mare
i suoi fiumi che salano l’oceano
s’abbondano di salubre alle labbra
come le ali di placido e di smosso
La roccia più non ne contiene l’onda
anche il sommo s’affaccia dei suoi canti
tintinna e goccia l’augurio del sempre
e ogni cuore si conchiglia di fondo
E se di primavera il sole raggia
resta nella notte quel che vi sventa
l’inverno ch’arricca umidi i suoi colli e
porta all’estate il rosso dell’autunno
Fertile l’acqua che si fa giardino
la sua saliva oltre ogni tempo schiuma
l’attimo spesso che immortala il gusto
e il suo sapore ancora si scolpisce
francesconigri©19.05.2013
Fontana di Trevi, Roma