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Piove di giugno d’acqua più che dolce
l’oltre è il limite colmo del non sale
sogno del meriggio che non s’annotta
un divano di sole ancora freddo

Non basta il pizzo alla seta di pelle
nè il tostato alla sete di risveglio
un pò è vagarsi di fruscii silenti
un pò il volerli di labbra sorprese

Ma se il tuo scalzo s’appressa di vetro
è tutto il chiarore che vuole casa
o tutto il mondo che ne fa il suo giorno
oltre il muro o dentro il salto è l’abbraccio

francesconigri©01.06.2013