E torna il Tirreno a farmi del mare
ciò che l’estate compie del suo viaggio
onde di colori di brezza all’afa
e saliva di spuma di battigia
Il giorno scorre dei suoi fiumi in vena
come il Tevere che scanta il suo corso
ne sorride di remo canterino
e scia l’andare della sponda pronta
La notte è l’approdo del non approdo
il passo suona sempre della via
è come la risacca che non parte
e resta schiuma della riva antica
Il ricordo è quel prima senza morsi
che gonfia il petto dell’appassionarsi
tiene sguardo all’inciampo della folla
e la foce è lido al confluirsi al dopo
Torna d’un seno di bacio di labbra
il gusto della pioggia che rinfresca
il sole è tra le gambe denudate
della grazia che di notturno scopre
Risvela di mammelle della lupa
quella luna che cresce nei crateri
e fa del roco del sussurro lieve il
gemito sommesso che vuole orgasmo
francesconigri©19.07.2013