Il rumore della solitudine
è il cesto di paglia che s’apre colmo
il bagaglio senza ruote che struscia
su un pavimento d’asciutto dell’afa
Il caldo vibra che sembra d’umido
asseta la pelle in sorso al rivolo
vorrebbe la spuma del bagnasciuga
d’occhi chiusi che sperano stupore
Il pieno vuole il suo domani vuoto
‘chè il mare senza letto è cielo fisso
e teso e morbido di grazia nuota
a cercare il riccio tra le alghe al fondo
Il respiro è un fendere di carezze
dell’anima che immensa le sue dita
è giunto il tempo dell’innamorarsi
del cuore ridestato al suo languore
francesconigri©02.08.2013