L’uva matura in tralci ai suoi vitigni
le battigie palettano di sogni
i sentieri scarponano i sorrisi e
le stagioni ancora soffiano ai cieli
Giungerà l’autunno e dopo l’inverno
altre gocce ad allattare le zolle
e un’altra primavera d’aquiloni
volerà un’estate dei suoi colori
Il mare già si gonfia delle piogge
e inghiotte il pianto delle sue onde perse
i fiumi tornano al sorgivo i sassi
e alle cime cantano aquile sole
Il giardino del mondo è un’oasi vinta
la vendemmia vale più della culla
il giorno incuba la notte al suo seno
e il sonno è un cesto di carne silente
L’alba non narrerà il palpito a Bashir
la novella si fermerà al deserto
schizzi del gioco non vivranno ardori
e Ghassan non vivrà la sua vecchiaia
I fratelli non giungeranno foci
i letti piangeranno del contrario
e le palme vestiranno i frutteti
per pregare d’ulivo senza l’olio
Nell’ultimo sgomento di quel fiato
l’innocenza fissa alle sue palpebre
le braccia della madre in cantilena
che grida al mondo l’incapace abbraccio
francesconigri©25.08.2013
* Dedicata ai bimbi morti in questi giorni
nella strage di Damasco