Chi scelse di non esserci
fu la goccia del remo
nè il solco al mare
nè il cielo vogato
ma solo quella goccia
che è mare e non ammara
è aria e non è vento
resta dov’è del limbo
e non è succo al sudore
Avrei anche non viaggiato
stanziato la chiusa
curato le reti di parvenza immobili
curato i pali del cucirle alla terra
e sfamato i suoi frutti al fondale
per gustarli assieme pieni
d’ogni carne salmastra
O avrei migrato col suo umido
sino a farne bere alle ali
a quel fendere d’alto
che piuma il rarefatto di raro
imbecca i respiri di sospiri ai raggi
e alla notte conosce
il calore della cova e della schiusa
Rimasero il profumo dello scoglio
e quello della battigia ampia
il muschio pesato dei passi
i castelli delle mani infarinate
Un pò sulla barca
ne porto il timbro
come lacrime del tempo
al legno della vita
un pò sorrisi e un pò pianti
quasi rivoli di colla
a ricordare le fessure
ai fasci della carena
ai listelli della poppa
al muso indomito della prua
E navigo e non navigo
questo mare d’eterno andare
mi ha già tornato e così mi vuole
isola del cuore che ogni giorno nasce
il tramonto mai la muore e nè l’oceano
s’ama del poco e il tutto ama
francesconigri©11.11.2013