Se questo silenzio di giorno corto
e di notte fredda che più si scopre
di raggio tremulo frusciato al vento
tacesse lo spazio ed il suo spandersi
Se la parola fosse il viaggio d’alba
la mano che ammanta i segreti pori
di rami nudi in luna di sospiri
di corteccia che libera il ramato
Se questo silenzio tacesse l’ora
e la parola fosse la sua lingua
di vene piene del fiume di pelle
che scorre ancora la foce di fluente
Sentiresti la saliva del cuore
la malinconia del già che ritorna
e il calore accamparebbe il suo sbalzo
d’umido ove ora sabbi le tue rive
francesconigri©14.11.2013