Quante foglie sparse d’autunno ai viali
tappetano i sogni d’oblato al cielo
in passi che scivolano del vento
gli sguardi del nudo che freme il caldo
Quante le foglie di secco all’umido
quasi a farsi macero di concime
per il silenzio invernale di zolle
che succhiano la pioggia alle radici
Si può vedere il colore alle gocce
del tempo biondo che mora di rame
quasi come il giorno che si tramonta
e lancia la sfida in granulo dolce
È un sottobosco che non cede asfalto
dove il frutto passa di quel profumo
che vince gli scarichi del solito e
le maschere delle solitudini
Ho incrociato gli occhi di quelle foglie
sapevano di tabacco e di talco
come ciò che si vuole preservare
e poi si fuma del suo masticarlo
Ma la tenerezza del rotolarsi
è ogni ricchezza che vale lo spoglio
ed ho baciato di quelle pupille
il sorriso silente che s’abbraccia
francesconigri©20.11.2013