Per la tua pelle l’inverno trema
del fremere il chiarore breve al giorno
e desterebbe la notte alla luna
per il sapore che bacia del fieno
Caldo come una distesa nuda
che intona il profumo dei pori
il freddo lo forgia d’annodato
dello spesso che trama il tessuto
Seconda pelle che infuoca e marchia
come i petali dei melograni
l’effluvio dei chicchi già si labbra
del croccante che zucchera lo sguardo
Il morso spettina i languori
effervescente in slancio di pupille
e il solo immaginarlo
è l’acqua d’ogni pioggia inquieta
Sorriso complice nascosto al ramo
come il cielo che nutre d’ampio
più s’affina al gioco tra le nuvole
e più carezza di succo schiuso
L’inverno ti trema e ti vuole
per quell’attimo che spicchi il tempo
il viaggiarti è quel rimanerti sempre
che i tuoi dossi scrivono al mio vento
francesconigri©06.12.2013