Non sai come nè quando
nè il perchè od il dove
quella freccia d’unico
passerà la tua strada
Il passo sarà lieve
ed il trapasso pure
un sospiro che dura
un sussulto che freme
Il tacco ti canterà
le note dell’alito
e le linee per la via
i versi del suo nome
Marchiata d’intrecciato
di vene nelle vene
come dell’infinito
o dell’otto del tango
Le stagioni vivranno
l’attimo che si dura
dove il freddo ed il caldo
fondono pelle a pelle
Le chiome ti sapranno
del grano e del suo olio
dei fiori di perenne
che non temono il tempo
Un sibilo ed un fiato
come uno sguardo in sguardo
che legge l’alba a notte
nel chiarore di luna
Il giorno si fa pieno
della luce degli occhi
e ogni vetro rispecchia
il puzzle dei minuti
L’ansia abbandona l’ansia
sui sentieri del mare
e il sale la respira
come il prato nel bosco
L’umido regna i fili
e le mani intessono
la rete pesca il frutto
e lo rivuole in labbro
Il gusto si farfalla
di languore d’insazio e
la sete non si sfama
del bacio ricorrente
Le nuvole ballano
ai passi dell’obliquo
il dritto danza in cerchio
e il levitare vive
S’innalza e poi s’atterra
s’atterra e poi s’innalza
il viaggio del tuo cuore
dell’alfa e dell’omega
È radica pregiata
radici al cielo svolte
e il succo delle zolle
s’imbeve del tuo mosto
E si orchidea la roccia
sull’impensato ciglio
e il suo profumo guida
del sempre la sua barca
francesconigri©11.12.2013