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L’esilio del cuore è spina in pianta
come d’un prurito di chiaroscuri
assilla di ciocche di nebbia fitta
e il suo dolore è di vene piene

Tutto parla di ciò che non è scritto
e l’inscritto s’arruga sulle labbra
come d’un tronco di parola ferma
di fiume che non salpa il mare in foce

Tutto è vasto pure le pareti
tutto stringe d’un letto dissalato
le radici fermentano alle zolle
e i tempi scorrono di non fluire

La seta è nuda di gambe chiuse
e le sue vie la spallano d’aria
d’un respiro sudato di nuvole
d’un’alito d’un cielo di soffitto

Sincopato l’assolo del palpito
danza lo sguardo che cura il suo sogno
e il profumo dei pori è più acre
del tango dei ciclamini all’inverno

Passiona il fuoco incorniciato al muro
e non basta il camino al suo legnare
quel che si fiorì d’una primavera
e che rigiungerà tra i vetri sporti

Ma giungerà sì rigiungerà in volo
come l’odore dell’olio alla toppa
come d’una chiave unta dell’onda
e la luna sarà il giorno ricolmo

francesconigri©15.01.2014