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Il passo scalzo
è il bacio che si contraria

Incede d’arrendersi
e vince di perdersi

Si corona del poco
e ha tutto nel niente

Conosce tutto
e sa che nulla eguaglia
il granello che respira il mare
o la goccia che si sala all’aria

Si contraria a sè
alle sue finzioni
alle sue paure
e vive la saliva del funambolo
o la pelle del suo piede
o il ruvido della sua corda
o il teso nel suo sguardo

Tende
tende anche se non cammina

La sua direzione è il
cucito di pizzo d’onda e battigia
o d’onda e scoglio
perchè sa che nella
quiete o nella tempesta
la spuma arcobalena la
terra ad infinito d’immenso
più sempre della rugiada
e prima dei suoi vapori

Tende ed osa
come la lingua del polline

Vive il vento e lo parla
ma è asta di petalo
e non i suoi colori

Eppure ogni cosa
tra il bianco e il nero
delle sue sfumature
ne cuce i chiaroscuri
e colora trame e vuoti

È una rete fondata
e l’ago del ricucirla

Più ancora le mani
e quelle rughe salate
o i suoi canali lisci
che fanno alla barca
ciò che il tronco fa ai tempi

Navigarsi
per navigare il cuore
d’un legno che si linfa

francesconigri©17.01.2014