Se vedi il grigio tra le righe smosse
del vento gonfio che lotta col gelo
è un bianco e un nero che vogliono inchiostro
di quella spuma che vuole l’orgasmo
Lo cerca d’onde forti e mareggiate
come un galoppo che si perla schiuso
e riluce ogni colore di luce
dove a tutti è solo chiaroscuro
S’ode il canto dell’impeto in fragore
e le narici frizzano al salmastro
anche la neve piove d’una manna
e i temporali scrivono l’umido
Il freddo è una scusa del cielarsi
della terra che zolla il suo futuro
tra sonni tanati di pelle piena
e luccichii di camini di sguardi
Il fuoco è la chiave della toppa
che nel palpito segna il prima e il dopo
del giorno che suda un fiato azzurro
tra le nebbie che salgono cunette
Le cime sanno di latte di seno
i loro ghiacci di lingua assetata
e un brivido di lana freme in ciglio
i riccioli dei ciottoli fiumati
I gabbiani disegnano lo scroscio
la battigia somiglia alle palpebre
e il sole e la luna si contendono
note di sabbia che si salivano
Sì l’inverno ha la sua primavera
è il fuso che leggi di spoglio al legno
come di braccia che amano colme
solo se muoiono di stretta nuda
francesconigri©20.01.2014