Se i viottoli raccontassero
le carezze ai passi pensati
non basterebbe ogni finestra
al tappeto dei sampietrini
E viaggio valige di carne
e stringo peluche di cuore
d’un migrare l’attimo ai tempi
di scarpe calzate agli spazi
Sciarpo quest’inverni ai tempi
e vi sento le chiome calde
la lana è un abito nudo
intessuto di doppio al petto
Mi veste e più mi spoglia i pori
d’un vento migrato di labbra
tra primavere di sorrisi
e autunni sfogliati di ruote
Viaggio e riviaggio il sangue denso
e nulla sa più dell’estate
di quest’amare che si fiuma
del ritrovarsi e del trovarsi
francesconigri©03.02.2014
* Ai miei figli