Le ultime piogge lavano l’inverno
quello delle notti insonni
del mare incolto
I suoi frutti abbondano
abbondano per i tuoi grani
sabbia di chicchi fini e spessi
per le labbra del mio schiumarti
Sono i seni della battigia
ambrati per il sole immininente
per la sua primavera estiva
che già porti d’un sorriso
Hai uno schiuderti che si fa ormare
e mi piace quando ti arricci
e mi ricevi del cercarmi e del cercarti
e come la marea ti permeo e ti profondo
Conosci il rovescio della terra
per questo le piogge si ultimano d’onde
e i flussi bassi vivono l’impeto dei marosi
e la tenerezza dei ricci spiaggiati
Scrostati gli scogli
erosi
frastagliati
è un muschio nascente
questo mio muoverti di passi
e profumi dei suoi scivoli
dei tuffi inattesi
del sale tra le labbra
degli schizzi voluti
e dei sospiri del berli
E se bagnarti
di queste rive ventate
immobile
arreso il tempo delle vele piene
già miracola l’indelebile marchio
dell’aria sospesa alle tue brezze
che è lì a venare e svenare
il sangue spesso dei fondali
e a farlo palpito di posidonia
e ali di risacca sprigionata
liberata alla costa dei costati baciati
cosa sarà
dimmi amore
cosa sarà abitare le tue grotte
di questo mare e di questa sabbia
Il battito dell’impossibile
che possibile scuote di fremito
lo stupore sgomento
dell’immenso che s’inscrive al proteso
e l’infinito ne viaggia
francesconigri©28.02.2014
Questi versi sono come il mare, soavemente mi travolgono. Che bel utilizzo delle parole per dare vita al “dentro”, poeta.
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🙂 Hebe ❤️
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