Ti dirò il segreto del canto popolare
quello del pane di rughe e cuore
e del vino di sudore ed anima
È il pavimento che canta il cielo
intreccia l’ovunque ai suoi mattoni
e si spoglia della polvere
come i tessuti all’aria
Basta la pelle alla sua luce
ed il sangue alle sue venature
per far strada ai passi
del fluire sacro del nudo
La sua voce ha il tremulo affamato
del sorriso che inforna il respiro e
tutta la forza dell’insazio
che gode i profumi dell’alito
che bacia d’imbocco
Per questo
il canto popolare non si scorda
torna ritorna e inscrive l’attimo
e sonora le colonne alle pareti
e l’intimo è un diaframma
che vibra d’umido
È la terra che sa amare
e sconta i soffiti e li schiude
ed ogni mare è in uno spicchio di luna
come i laghi delle grotte che sogni
bevendo i desideri alle mie cascate
Ecco
ora sai perchè prima
cantavi e non ti udivi
Ora sai cos’è
quel popolare verso della nota
che t’emoziona i brividi dal petto
e quella goccia di latte denso
che le tue labbra sierano
quando mi canti
francesconigri©07.03.2014
Ecco, ora ho capito: “Ecco
ora sai perchè prima
cantavi e non ti udivi. Ora sai cos’è
quel popolare verso della nota
che t’emoziona i brividi dal petto
e quella goccia di latte denso
che le tue labbra sierano
quando mi canti”. Versi stupendi che scorrono naturali come un fiume, come un canto popolare. Grazie, Sig. Nigri, poeta.
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