Nell’autentico dei tuoi
lembi ti ho riconosciuta
Eri il viaggio ed
eri la sponda
e i ricami delle tue onde
una giravolta di sale che
sgrotta il cielo
del migrato che si ritrova
I nidi delle rondini
erano pieni sinanche
del riposo delle tue ali
e la falesia cantava il tuo sguardo
golondrina innamorata e
golosa del rivolteggiare
gonfia
piena di piume pronte
cotonate
Eri la schiuma ed eri
l’interno delle sue bolle
aria soffice
lieve
saporita di respiro gabbiato
alito di fessura che
oltrepassa le linee e
tutti i cilindri dei tempi
e li circola
li esplora
li cuce
saliva del profondo che
emerge ebbra le sue correnti
Il palpito del muschio
e i rivoli della sabbia
bevevano sinanche in una
sola carezza
di quel fluido bagnarsi
la moltitudine dell’unica
goccia che distilla continua
lo spasimo crescente
Eri tutta la riva e
tutto l’orizzonte
e una conca di vele
piene di vento nudo
poravano i tessuti telati
e si alzavano tese del
bordo del raggiunto
che gode d’insazio
le stesse boe
Eri il mio stesso baciare
lo stesso baciare del mare
Nell’autentico dei tuoi
lembi ti ho riconosciuta
Sei tu quel mare dei mari
che ammara il mio sale
dello stesso mare
francesconigri©10.03.2014
“Sei tu quel mare dei mari
che ammara il mio sale
dello stesso mare”
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dello stesso mare 🙂 ❤️
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Perché dello stesso amare.
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sì 🙂 dello stesso amare ❤️
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