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Nell’autentico dei tuoi
lembi ti ho riconosciuta

Eri il viaggio ed
eri la sponda
e i ricami delle tue onde
una giravolta di sale che
sgrotta il cielo
del migrato che si ritrova

I nidi delle rondini
erano pieni sinanche
del riposo delle tue ali
e la falesia cantava il tuo sguardo
golondrina innamorata e
golosa del rivolteggiare
gonfia
piena di piume pronte
cotonate

Eri la schiuma ed eri
l’interno delle sue bolle
aria soffice
lieve
saporita di respiro gabbiato
alito di fessura che
oltrepassa le linee e
tutti i cilindri dei tempi
e li circola
li esplora
li cuce
saliva del profondo che
emerge ebbra le sue correnti

Il palpito del muschio
e i rivoli della sabbia
bevevano sinanche in una
sola carezza
di quel fluido bagnarsi
la moltitudine dell’unica
goccia che distilla continua
lo spasimo crescente

Eri tutta la riva e
tutto l’orizzonte
e una conca di vele
piene di vento nudo
poravano i tessuti telati
e si alzavano tese del
bordo del raggiunto
che gode d’insazio
le stesse boe

Eri il mio stesso baciare
lo stesso baciare del mare

Nell’autentico dei tuoi
lembi ti ho riconosciuta

Sei tu quel mare dei mari
che ammara il mio sale
dello stesso mare

francesconigri©10.03.2014

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