E il mare riconobbe le sue linee
i suoi orizzonti fondati di profondo
l’ergersi dei suoi scogli pronti
e le sabbie salmastre d’umido
Si riconobbe d’orizzontale letto
che fluisce il verticale fremito
del distendersi di muschi nuovi
tra chicchi di sale e gocce di spuma
al cielo che si sensa delle onde
Quali spazi più necessitano ancora
e quali fiati dei barlumi e dei crepuscoli
questi sguardi aperti e lucchettati
dell’intimo che attende il ripercorso
Forse quel fluirsi stesso
che lega il canto delle dita
come d’accordi di mareggiate
che salivano le note del rivarsi
Dita di polpe e lingue e squame
intrecciate della rete d’acque
d’un tempo che conosce l’iniziato
e scorda il resto alle intonate note
e si perde si perde nel poi del sempre
Un canto
un canto di gemiti affamati e insazi
voglia di viversi di respiri penetrati
e degli aliti d’una pelle di delfini
Salti
salti d’aria e di apnee
e il bere e il bersi di crociera
e l’abitarsi di caletta e fonda
francesconigri©14.03.2014
Ci sono dei versi che ti arrivano e si capiscono..a me piaciono questi, che toccano. Grazie Fra, tante
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Grazie a te 🙂 ❤
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