Del sole all’alba
che svolge all’arancio
di fine velluto
che quasi si seta
delle vie originarie
succate in polpa
dall’estate firmata
del primo tepore
ti gelatini a me
e mi farcisci sposa
e m’apricotto a te
per la glassa d’amarti
nuziale
del sempre che resta
E sei la bellezza
del sapore che profuma
e ti drupo a me
d’ogni morso di bacio
tra labbra disperse e ritrovate
occhi chiusi di sguardo aperto
festa di papille di cuore
e battiti di lingua insazia
E ti parlo del gustarti
e mi gusti del parlarmi
tra impasti fruttati
e frutti d’impasto
e non so più
e forse è il più bello
quale sia quel confine
tra la confettura del darsi
e lo spalmarsi alla bocca
Sì
quest’albero sperato
è un albaricoco imponente
alto
pieno
ampio
Alla sua freschezza
riconosco i sogni di ieri
e tu me li canti
tuoi
stessi tuoi
tuoi stessi
E il sole s’inchina
d’ogni raggio s’inchina
dorato
dorato di
tarocco di sangue
E sei bella
e sei buona
il sapore profuma
il profumo si fa sapore
Cos’è mai la bellezza
se non quest’amarsi
che fa vita
d’un frutto al suo albero
francesconigri©09.07.2014