C’è una certa gioia
dell’estate alla finestra
certa come la vernice
delle persiane alla nave
attraccata del sale percorso
e della fierezza al porto
d’un viaggio pronto di ritorno
certa come il pane degli affacci
masticati d’alba a quel profumo
che la sera scrive del suo forno
caldo di sudato e di gusto
d’ogni fantasia di papille baciate
bene
c’è una certa gioia
un certo lieto sciabordìo
di tutti i mari che respirano ai pioppi
che il tempo t’appare di luna
ricorrente
sospeso
viaggiato e di sogno ancora
e il fresco del tardo
è una brezza tra le prime sfoglie
del nudo che canta tra le siepi
È lì
in quei chiaroscuri apparentemente
immobili
pur librati
come le stelle ai pensieri
che l’alfabeto dei silenzi
e dei passi felpati d’onde
di soggiorni
e di letti arati tra battigie di
lenzuola
e di posidonie bevute di
suggersi di rotolii
e di seppie croccanti di
sciogliersi di sussurri
è lì
che il giorno
in fondo
ha già apparecchiato il buio
e i raggi
quelli che arrivano
hanno già una casa
Sì
c’è una gioia certa
nella casa pronta del viaggio al poi
È tutto il cucito
del sapore all’olfatto
dell’ultimo sangue che
riprotende le braccia e ti ritrova
già
ti ritrova e si ritrova
come l’incanto dello sboccio e
il sacrificio della rugiada
Tra le mani
l’amare che si compie
di senso
tra le rughe dei tempi
e gli anfratti dei battiti
francesconigri©30.08.2014
Bellissima !
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Grazie Smeralda.. Un caro saluto 🙂
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