Era inverno freddo e
senza neve
e le mani dei bimbi non
sorridevano i suoi lanci
i rami piangevano le
piogge silenti
tra i viali ai cortili
i bordi ai pieni dei lungofiume
e il ducale acceso ai
soli dei lampioni ai rimpianti
come i colombi bianchi
che più non si sanno colombi
e sognano il mare
o lo rivedono bambino
d’un gabbiano esportato
I tuoi seni erano
bevuti dai tempi
dagli inverni irridenti
dalle estati frustate dalle
scie dei treni alla panchina
e dalle loro solitudini
e i rami vivevano
silenti
le piogge
tra i cortili pei viali
e i muretti ai
vuoti del lungofiume
E fu lì che t’amai
e mi amasti
e ci amammo
dove il roseto
abita il fiume delle
spine e dei petali
e freme l’inverno di letto
tra cuscini di battiti di sospiri
e già ne profuma l’estate
del tempo spaziato
Lì deposi il tuo fiume
dove poi ti baciai
e ti riportai
alle tue sorgenti
Le ritrovasti
riconosciute
conosciute
Ne bevesti bevendomi
ed ora
ora sei piena del
latte delle vette
e ne bevo
me ne nutro
e tu della stilla vivi
ti nutri
I tuoi seni sono giovani
giovani dei tempi inscorsi
giovani dei tempi ripresi
giovani dei tempi sconosciuti
vergini dei futuri e
dell’ora mai tardo al giusto e
al suo gusto
vergini d’ogni ieri che ha
pagato il suo riscatto
a testa alta
come quando mi balli
fianchi ai fianchi
seduta a me
di quel ritmo ai caraibi
d’amore fatto
e che si sa ancora
ma che si sa
È nevicato
la neve sciolta
ha sorriso la siepe
d’impensate gemme
e sono rosse
come il frutto turgido
dei tuoi seni giovani
francesconigri©15.02.2015
I tuoi versi sono diventati uno specchio dove mi vedo chiaramente, come quando respiro il tuo respiro mentre mi ossservo nei tuoi occhi fino a quando, notte dopo notte, ti regalo le mie palpebre chiuse. Fra tu disegni con le parole, il dentro e il fuori in modo elicoidale. Tua sono, Fra ♥
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Hebe.. elicoidale intreccio reciproco che mi onora ❤
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