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Campana il mattutino

lode di notte vinta

e cinguettano alle fronde
i venti leggeri e freschi
dei primi tepori in gemme

Frizza l’aria

nel respiro frizza

È quasi il rifiorire

E i rami agli alberi

quelli potati al nuovo

sorridono ai saltelli
di sogni ad ali vere

Gioca di festa l’oggi

silente d’un sorriso

e i chiaroscuri trillano
le note ai becchi in labbra

Gli occhi si persianano

mi raggi dello sguardo

e la luce canta
le lenzuola piene e fiere

intrise
aggrovigliate

della vita che s’invela e
svela

Moti rotondo il senso
d’impastato orante

operoso dell’amarmi

ed ogni molecola è più tatto
del vasaio che ricrea

Non c’è subire

no

nè muto accondiscendere
o annullato
o perso

C’è tutto il grano
delle mie zolle al cielo

dopo l’inverno in piogge

plasmate dei tuoi palmi

Di te a riempirmi
mi torno e spero

come l’osare
che conosce il certo

Amante e amato

tra petali e calore

di questa primavera
che riavvita i tempi

francesconigri©23.03.2015