È una saliva cheta
questa baia che pastella il profondo
e i costoni avverdano il sale
e le carene cantano
di sciabordii stanziali
il partirsi
e il tornarsi sempre
di pescato nuovo
La creò la lingua che ti cercò
versata di terra al cielo
e che attraccò l’isola a questa terra
dove le favole affacciano agli azzurri
e si fanno toccare
di scogli neri caldi
e sabbie spesse che manciano
Le orme scalinano a mare
e i sassi
piccoli
inquieti
scrivono alla battigia
le voglie dei passi alla rena
e vi giocano
di dentro e fuori
come i venti alla pelle
dei primi soli baciati
E più t’ammari
e più ti spiaggi
e più ti lembi
e più vi osi
alle gocce
il nudo
Tu
ora
ci passeggi
e mi passeggi
Tra le creste
di spuma
il silenzio suona
E paesaggi
le sue note
francesconigri©27.05.2015
Baia del Silenzio, Sestri Levante