Fili di refe di cuscuta
a chili di gugliate
come il tempo del ricamo del diavolo
certosino di parassita
sottile
come la moltitudine che
lega la non fine
e preserva ai nodi
il fluire comandato
Il bilancino è solo
e ne odo il pianto
rantolo di dita inceppate
Quasi stridere d’ardesia
queste unghiate al vuoto
rabbia del recinto che
conosce il prato dell’altro Sè
Un marione indomito
o l’illusione
d’averlo e domato
stretto
giocato
invivente da sè
a sè
Certo
mancava la storia
Non basta
la simmetrica bugia
dei cerchi manipolati a sfere
E il marione
ricantò la bellezza
della Vergine ai pirati
Il bilancino è solo
e ne odo il pianto
stridono d’ardesia
le unghiate al vuoto
francesconigri©27062018
Poesia di Francesco Nigri