Da quando voli
la notte è infiltrata del giorno
e il giorno è insinuato del buio
degli occhi librati liberi
La cecità degli abissi
non appartiene più al
tuo planare le correnti
e le mezze notti si riempiono
dei chiaroscuri che cantano
È un volo che
avanza l’inconosciuto
e più lo sorprende
più si sorprende della sua
dimestichezza alla sua pelle
Cantano le piume
e di piuma vibrano
quel penetrare le cortine
delle attese e dei sogni
Incedi ciò che a tutti è oscuro
con l’osare delle farfalle alla vita
e il magio dell’aquila alle vette
Ciò che non vedi ancora
è nel vento che lo porta
e poichè lo sai
le tue chiome si
sospendono di rete
e nel sapore che gusti al librarti
vivi l’orgasmo
del preannuncio che si conferma
E peschi i profumi
e nei profumi l’insazio
Te li giungo come
il nettare che mi prepari
paziente
persistente
di miele intinto
di suggere di desiderio
e le tue ali schiuse sono
l’osmosi delle
nostre due bocche che
abbracciano il fendersi
il solcarsi
il mattinarsi al passo
sollevato
miracolo a pelo d’acque
Sgabella il nudo
ciò che giaceva inerte
senza questo volo
Ed è carezza
del respirarci all’aria
francesconigri©10.04.2014
Un silente, sentito inchino alla tua poesia *_*
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Abbracci 🙂
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